Il ruolo del tecnico, pur nella consapevolezza delle specifiche peculiarità del legno rispetto al mattone, nell’importanza di prevedere l’eliminazione dei ponti termici e di tenere conto dell’orientamento nel disegno degli spazi, resta quello di dare forma alle esigenze funzionali della propria committenza e di caratterizzare spazialmente, tipologicamente e formalmente l’abitazione.
Il rischio potrebbe essere quello di dare un peso eccessivo alle soluzioni tecniche, svilendo il ruolo dell’architettura e della sua capacità di rispondere efficacemente alle domande attraverso lo strumento progettuale. Capita così di imbattersi in edifici dotati di soluzioni innovative ed altamente efficaci dal punto di vista energetico, ma “asettici”, estranei al contesto urbanistico in cui vengono collocati (date un occhiata a molte riviste del settore). Un approccio meccanicistico che sovente delude anche nella disposizione interna degli ambienti e degli spazi, spesso vincolati a soluzioni distributive scomode e poco funzionali.
Nella maggior parte dei casi il cliente sceglie purtroppo di rivolgersi al settore delle case prefabbricate quando ha già ottenuto la concessione edilizia, in alternativa all’impresa tradizionale e spesso in disaccordo con il proprio stesso tecnico.
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Senza voler entrare nell’annosa diatriba geometri-ingegneri-architetti, in Italia vige ancora questa curiosa consuetudine di incaricare il geometra per la redazione di progetti edilizi, spesso per motivi puramente economici o di amicizia-parentela. La semplice adozione della prefabbricazione in legno non è ovviamente garanzia di realizzare una buona abitazione e un approccio sbagliato al progetto può abbassare di molto le prestazioni della nostra casa.
Chi legge gli articoli di questo blog potrebbe pensare che il sottoscritto abbia preso di mira i tecnici e le imprese tradizionali. Al contrario, ho molta stima sulle potenzialità di queste categorie, che in molti casi aggiornano costantemente la propria operatività nel segno dell’innovazione tecnica.
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Il cliente dovrebbe valutare con attenzione la scelta degli uni e degli altri non solo in base ai costi o al prezioso consiglio della propria ristretta cerchia di conoscenze, ma pretendendo alte garanzie ad un giusto prezzo.
Siamo disposti ad acquistare un auto o un elettrodomestico con la tecnologia di 30 anni fa? Il settore dell’edilizia ha l’obbligo di aggiornare da subito le proprie competenze, soprattutto di fronte ad un patrimonio immobiliare realizzato negli ultimi anni nato già vecchio e drammaticamente energivoro. Tutti i soggetti coinvolti hanno gravi responsabilità nell’utilizzo indiscriminato delle risorse territoriali del nostro paese, tecnici compresi.
Acquistare un piccolo lotto di terreno ad un prezzo accettabile è una triste utopia e penalizza paradossalmente proprio chi si ribella alle logiche immobiliari speculative del recente passato per realizzare nel rispetto dell’ecologia e del basso consumo.Costruire in bioedilizia però non costa più dell’edilizia “non ecologica”, così come un progetto di un bioarchitetto esperto nel risparmio energetico è pressoché comparabile economicamente a quello di un qualsiasi tecnico. Perché dunque trascurare questo aspetto? Per pretendere il massimo dalla nostra abitazione è assolutamente necessario che la programmazione della nostra abitazione sia coerente con i nostri obiettivi finali.