Friday, October 23, 2009

L’UMIDITA’ E LE CASE IN LEGNO PREFABBRICATE

LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO A BASSO CONSUMO NASCONO COME RISPOSTA AL PROBLEMA DEL FREDDO DEI LUNGHI INVERNI NEI PAESI DEL NORD EUROPA.
LA DIFESA DAL CALDO PONE LA NECESSITA’ DI RICORRERE A SOLUZIONI AD HOC, MA GRANDE ATTENZIONE VA POSTA ANCHE A CONDIZIONI RICORRENTI DI UMIDITA’ PERSISTENTE, TIPICHE DI MOLTE ZONE DEL NOSTRO PAESE.

Il tipico clima della Val Padana, caratterizzato da inverni rigidi e nebbiosi ed estati calde ed umide, con percentuali di vapor acqueo costantemente elevati per buona parte dell’anno è senz’altro da affrontare con le dovute accortezze se non vogliamo che l’acquisto di una casa in legno possa rivelarsi una scelta avventata.
Va ribadito che il settore delle case prefabbricate comincia timidamente a proporre soluzioni tecniche adatte a condizioni diverse da quelle tipiche dei paesi di origine (Svezia, Germania, Austria). Un clima con basse temperature abbinate a minimi tassi di umidità ha portato questo sistema costruttivo a “specializzarsi” e caratterizzarsi anche formalmente per ricevere il massimo apporto solare ed utilizzare grandi spessori di isolamento solitamente a bassa densità come le lane minerali per impedire gli scambi termici con l’esterno.
umidità, clima umido,umidità case prefabbricateSul mercato delle case in legno troviamo molte case prefabbricate a catalogo, firmati anche da noti architetti per grosse aziende del settore, estremamente ricercati per il loro design puro, contraddistinto da grandi vetrate e finiture sopra la media. Tuttavia si tratta di case in legno chiaramente poco opportune per la maggior parte del territorio italiano.
Il tema della difesa dal caldo, più volte affrontato, riguarda principalmente la scelta di materiali ad alta densità, in grado di sfasare efficacemente l’onda di calore per le ore necessarie ad impedire il surriscaldamento dell’abitazione o, ancora, l’adozione di sistemi di protezione dai raggi solari come schermi frangisole, raffstore, tettoie, pergolati e quant’altro.
Il problema dell’umidità è tuttavia questione di non poco conto per le case prefabbricate, anche se va ribadito che il legno è un materiale vivo, in grado di adattarsi efficacemente alle diverse condizioni ambientali assorbendo e rilasciando l’acqua presente nell’aria in modo efficace e reversibile. Se questo si rivela un pregio, soprattutto per le sue proprietà di regolatore naturale di umidità per l’interno dell’abitazione, un’esposizione eccessiva del legno all’acqua può dar luogo a fenomeni di deperimento anche gravi.
La soluzione è, evidentemente, la protezione del legno dall’azione diretta e prolungata all’umidità con impregnanti dati in autoclave, oltre ad un accorta scelta delle essenze legnose stesse.
Il grande pregio delle strutture a telaio è che il legno si trova racchiuso in un sandwich di materiali la cui corretta stratigrafia permette di difendere efficacemente l’abitazione. Va da se che le cosiddette blockhaus risultano ben più esposte e necessitano di costanti manutenzioni, costose e non sempre efficaci nel lungo periodo. L’isolamento a cappotto, al contrario, limita le necessità di intervento e garantisce una lunga durata nel tempo, con minime cure all’edificio. Nel caso di umidità persistente il materiale andrà scelto attentamente, oltre che per le caratteristiche propriamente isolanti, anche per le garanzie di protezione della struttura interna della parete delle case prefabbricate.
Un cappotto in fibra di legno, perfetto per le case prefabbricate da realizzarsi nel sud Italia, potrebbe ad esempio rivelarsi una scelta pessima per un’abitazione per il basso mantovano. In questo caso un isolamento cappotto di polistirene espanso darà maggiori garanzie di protezione, a fronte di bassi valori di trasmittanza.
Si tratta quindi di una questione da non drammatizzare, ma che va affrontata serenamente, in quanto esistono sul mercato delle case prefabbricate in legno soluzioni efficaci e collaudate.

Tuesday, October 20, 2009

BIOMASSE: RISCALDARE LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO CON … IL LEGNO

DA ALCUNI ANNI SONO REPERIBILI SUL MERCATO SISTEMI PER IL RISCALDAMENTO DOMESTICO BASATI SULL’IMPIEGO DEL LEGNO, ASSAI EFFICIENTI ED ECOLOGICI. UNA MODERNA CALDAIA A PELLETS PUO’ DEGNAMENTE SOSTITUIRE UN TRADIZIONALE BRUCIATORE A GAS, ABBINANDO OTTIMI RENDIMENTI, BASSE EMISSIONI E COSTI DI GESTIONE CONTENUTI, LIBERANDOCI PER SEMPRE DALLA SCHIAVITU’ DELLA BOLLETTA. ANCHE PER LE CASE PREFABBRICATE.

Nonostante i molti pregi, il legno come fonte di energia resta relegato nelle nostre abitazioni all’interno dei caminetti ed delle stufe. Spesso si sceglie questa soluzione spinti dal bisogno di ritrovare il piacere di stare a casa, più per ciò che un focolare rappresenta a livello emotivo che per una vera e propria funzione energetica. Un oggetto di arredo scelto per motivazioni per lo più estetiche che verrà utilizzato poche volte l’anno per evitare la fatica di pulire le ceneri e la fuliggine o l’eventuale fumo prodotto. In realtà stufe e camini possono integrare e persino sostituire efficacemente la caldaia a gas, soprattutto nelle versioni ad aria. Il calore prodotto tende a salire verso l’altro e può riscaldare buona parte della nostra abitazione, soprattutto in presenza di una casa su due piani. case prefabbricate, case prefabbricate in legno
Un camino tradizionale, al contrario (nelle versioni senza camera di combustione), fornisce prevalentemente calore per irraggiamento e non è in grado di innalzare la temperatura dell’abitazione. Il massimo dell’efficienza si raggiunge quando al camino si abbina un sistema impiantistico vero e proprio dotato di canalizzazioni e ventilatori in grado di diffondere il calore in tutti gli ambienti. Ovviamente il dimensionamento del caminetto andrà fatto in base al volume d’aria da scaldare. I vantaggi sono molteplici, a partire dal prezzo, ma non vanno trascurati alcuni difetti, quale la necessità di reperire tanta legna, da accastare in quantità in un apposito locale o all’esterno dell’abitazione; il caricamento poi va effettuato manualmente e questo è evidentemente un problema, soprattutto per chi lavora tutto il giorno; l’aria calda prodotta è infine molto secca ed è quindi necessario intervenire con un impianto umidificatore per non avere problemi alle vie respiratorie.
Il consiglio resta quello di integrare l’impianto a gas nelle nostre case prefabbricate con un camino od una stufa ad aria, ma non di basare il riscaldamento su questa soluzione. A fronte di un costo iniziale maggiore, i rendimenti complessivi saranno ottimizzati e sarà possibile rientrare rapidamente nell’investimento.
Per disporre di un sistema a legna realmente autosufficiente si dovrà necessariamente pensare ad una caldaia a biomasse. Non si tratta in questo caso di una semplice stufa ad aria da posizionare in soggiorno ma di un vero e proprio bruciatore in grado di scaldare l’acqua per il riscaldamento, a radiatori o a pavimento, e per tutti gli altri usi domestici. Esistono molti modelli che variano per potenza e per il formato del legno con cui andrà caricata la caldaia. Chiaramente andranno evitati quei sistemi che richiedono un continuo intervento manuale. Il successo del pellet dipende proprio dalla possibilità di essere disponibile come un vero e proprio carburante da stoccare in un serbatoio funzionalmente collegato alla caldaia stessa. L’alto potere calorico del pellet dovuto all’ottimale essicazione e la sua manegevolezza ne ha decretato un crescente successo, che lo fa preferire al legno in tronchi o al cippato di legno. Il prezzo del pellet resta comunque sensibilmente più alto rispetto al tradizionale legno da segheria, anche se appare piuttosto interessante rispetto al gas metano o al gasolio da riscaldamento.
I costi di una caldaia a pellets non sono mai trascurabili e pertanto è necessario valutarne l’effettiva convenienza in base agli effettivi consumi. Le case prefabbricate in legno richiedono poca energia rispetto alle abitazioni tradizionali, per cui è inevitabile un’ulteriore dilatazione dei tempi di rientro nell’investimento. Il pellet è poi a tutti gli effetti un combustibile sottoposto alle leggi economiche del mercato. Non è possibile pertanto prevedere le future oscillazioni dei prezzi legati al rapporto tra domanda ed offerta. I costi all’origine restano bassi, in quanto gli scarti della produzione di manufatti in legno trovano completo riutilizzo in questa forma. Tuttavia l’utente finale deve fare i conti con gli inevitabili rincari che il pellet subisce tra i vari passaggi, rischiando negli prossimi anni di pagare un conto salato, a fronte di scenari energetici attualmente non prevedibili.